sabato 1 dicembre 2012

LOTTA, COCCOLE E NANNA!



A casa nostra per capire che è il freddo è arrivato non serve ascoltare le previsioni del tempo, basta osservare come dorme Artù. Quando le temperature si abbassano, infatti, si mette tutto acciambellato, con la coda usata come sciarpa per coprirsi il naso.
 La stagione fredda ha, però, anche degli aspetti positivi: è il tempo delle felpe e dei maglioni! Artù adora tutti gli indumenti con le maniche perché finalmente si può giocare in maniera seria! Nelle lunghe e buie giornate invernali, mentre sto lavorando al computer, ad un certo punto sento dei piccoli passi e, dopo pochi istanti, Artù compare sulla soglia. Piega la testa da una parte e muove la coda: se volesse le coccole sarebbe già seduto ai miei piedi, invece resta fermo e mi guarda. “Vuoi giocare?” chiedo e Artù corre di filato in camera. È il momento della lotta!
Quando entro nella stanza lui è seduto sul letto e appena mi avvicino inizia a balzare avanti e indietro, agitando la coda. Il suo gioco preferito è afferrare il mio braccio con le zampe e mettersi a mordicchiarlo alla ricerca della mano che ho nascosto dentro al polsino. Anch’io devo partecipare e infatti cerco di acchiapparlo. Lui arretra e poi torna all’attacco della manica, dandosi la carica con un crescendo di ringhi e ruggiti degni di un feroce lupo della steppa. La cosa bizzarra è che ad Artù non piace giocare con gli altri cani. Guarda ancora di traverso una cagnetta che, per mostrargli il suo affetto, ha osato saltargli addosso. I suoi simili devono tenere le zampe a posto per ottenere la sua amicizia. In compenso con me si scatena, forse perché sa che io non mordo. Il nostro ring è un morbido lettone: Artù si allena in balzi e agguati, afferrandomi per le maniche. A poco a poco la lotta diventa meno concitata, finché Artù non si mette a pancia per aria, sempre continuando a mordicchiare la mia manica che tiene ferma con le sue zampe anteriori. Sembra un bambino col biberon, con la differenza che ogni tanto bisogna dirgli “Piano, piano!” per evitare di sentire i suoi dentini. Mentre lui continua a divertirsi con la mia manica emettendo sordi brontolii, io gli faccio le coccole sul pancino. Lentamente la stretta delle zampe sul mio braccio si allenta, i piccoli morsi lasciano il posto a umide leccate e gli occhi di Artù si socchiudono. Dopo un po’ si sente un profondo sospiro: la terribile belva si è addormentata.
Giocare con Artù a fare la lotta è come andare in palestra: si consumano calorie e si esercitano le articolazioni. Bisogna solo fare attenzione all’abbigliamento: non tutte le maniche resistono ai suoi denti aguzzi, meglio quindi evitare il prezioso maglioncino in cachemire!

venerdì 23 novembre 2012

LEONE IL CANE FIFONE

 
Leone è un bizzarro cane rosa di razza indefinita, protagonista della serie animata Leone il cane fifone (Courage the Cowardly Dog), creata da John R. Dilworth. È un cagnolino molto dolce e amorevole che vive in una fattoria nei pressi della città di Altrove (Nowhere) in Kansas con una coppia di anziani agricoltori, la gentile Marilù (Muriel) e il burbero Giustino (Eustace). Leone ama la vita tranquilla, ha un carattere timoroso e vorrebbe passare le sue giornate a dormire sul tappeto o in braccio a Marilù. Peccato che ad Altrove ci sia la più alta concentrazione di disastri ed eventi paranormali del pianeta. Uragani, onde anomale, invasioni aliene possono arrivare da un momento all’altro, quando non si tratta di mummie di faraoni molto arrabbiate, melanzane viventi o talpe mannare. I demoni più malvagi e le creature più terrificanti tendono a radunarsi a casa del povero Leone, che si trova protagonista di assurde avventure. Perfino un materasso o una trapunta possono nascondere le più terribili insidie.
 
 Il cagnolino ha un sesto senso per i pericoli e, ogni volta, tenta in tutti i modi di avvertire i suoi sconsiderati padroni. Nonostante sia molto bravo a imitare i mostri, i suoi sforzi sono sempre vani: l’ingenua Marilù infatti vede del buono in chiunque, mentre lo scorbutico Giustino, sempre impegnato a leggere il giornale o a tentare di riparare qualcosa, lo scaccia in malo modo urlandogli dietro “Stupido cane!”. Così, nonostante abbia un carattere timoroso e si spaventi facilmente, Leone trova il coraggio di affrontare da solo la minaccia di turno, disposto a tutto pur di salvare la sua amata Marilù. Per prima cosa si reca in soffitta dove interroga il computer per avere più informazioni sul pericolo e sui possibili rimedi. Il computer è un valido alleato, ma spesso si diverte a fare scherzi o a dare risposte sarcastiche, approfittando del buon carattere di Leone. In ogni episodio al povero Leone ne capitano di tutti i colori, ma lui, nonostante le sue esilaranti smorfie di terrore, non si arrende, rivelando intraprendenza e tenacia. Leone ha un grande cuore e questo lo porta a trionfare anche sul più terribile dei mostri. Alla fine il buffo cagnolino riesce sempre a salvare Marilù che di premio lo avvolge in una calda coperta o gli prepara uno dei suoi manicaretti.
Le avventure di Leone sono state trasmesse per la prima volta nel 1999 da Cartoon Network. La serie è composta da quattro stagioni, per un totale di 104 episodi, in cui il timido e impacciato Leone si trova ad affrontare mostri di ogni genere. Situazioni surreali, gag esilaranti, un brillante mix di horror e commedia rendono questo cartone animato adatto ai bambini che amano le storie di paura e agli adulti che vogliono godersi dieci minuti di spassosa allegria.
 



giovedì 15 novembre 2012

ARTÙ E IL FOLIAGE



La stagione autunnale porta giornate più buie e più fredde, ma regala delle meravigliose sinfonie di colori, dipingendo gli alberi con tinte calde che vanno dal giallo al rosso acceso. Le foglie ingialliscono, seccano e cadono. Oggi va di moda definire il fenomeno “foliage”. Non so se Artù nella sua testa pensi: Che meraviglia! Ecco il foliage!, ma di certo adora le foglie secche e mai come in autunno apprezza passeggiare in vie alberate. Proprio vicino a casa c’è n’è una con due file di platani. Una volta lì, Artù rallenta il suo ritmo di marcia e inizia la sua esplorazione. Procede in maniera meticolosa, avvicinandosi a ogni mucchio di foglie. Il suo naso si muove frenetico, come se stesse fiutando chissà quale pista. Ci cammina in mezzo, poi intorno, finché sceglie il punto giusto per lasciare il suo autografo: quel mucchio è suo! Finita l’operazione, Artù osserva i dintorni, individua il successivo e mi guarda: Hai visto? C’è n’è un altro! Andiamo! A passo svelto raggiunge il nuovo obiettivo. A volte procediamo in maniera rigorosa albero dopo albero prima da un lato e poi dall’altro, ma, se ci sono mucchi particolarmente grossi, Artù non resiste e andiamo a zig zag. Quando si tratta di foglie, guida lui.  Ogni tanto capita che una foglia gli cada proprio davanti al naso. La sua prima reazione è come sempre guardinga: Cosa succede? Siam proprio sicuri che sia una foglia? Si avvicina piano, muovendo la coda, pronto a balzare indietro nel caso si nasconda qualche minaccia. Quando era cucciolo si metteva a saltellare emettendo dei piccoli ringhi in direzione del vegetale rinsecchito, oggi che è un cane maturo si limita a fiutare in maniera circospetta. Poi mi guarda e gli si legge l’entusiasmo negli occhi: È proprio una foglia! Grossa, scrocchiante e soprattutto nuova: non l’ha annusata nessun altro cane! È mia, tutta mia! Una bella firma e andiamo avanti.
Dopo aver esaminato anche l’ultimo mucchio di foglie, attraversiamo la strada e ci incamminiamo verso casa. Artù riprende la sua andatura sostenuta, ma ogni tanto si volta  a guardarmi: è tutto contento, proprio come un bambino che è stato al parco giochi. Domani torneremo sul viale alberato e lui si divertirà tra i mucchi di foglie con lo stesso entusiasmo. Prima di Artù non avevo mai trovato così piacevole attraversare quella via. Dai cani si può imparare davvero molto: godere delle piccole cose e rendersi conto che le foglie secche per terra è meglio non raccoglierle!

 


mercoledì 31 ottobre 2012

BEN ARRIVATO ARTÙ!


Artù è entrato a far parte della nostra famiglia il 31 ottobre 2003. Da quando ero andata a vederlo la prima volta contavo i giorni, impaziente di portarlo a casa. Finalmente il veterinario ci telefonò: i cuccioli avevano imparato a mangiare da soli e, visto che mamma Peggy cominciava a perdere la sua pazienza, era arrivato per Artù e le sorelline il momento di trasferirsi nelle loro nuove case. Durante il breve percorso in macchina ero agitata ed emozionata, non vedevo l’ora di tenere in braccio il mio cucciolo morbido e caldo. Arrivati a destinazione mi sono subito accorta di come Artù fosse cresciuto. Quella pallottola di pelo placida e quasi immobile che avevo visto solo pochi giorni prima ora era un vispo cucciolotto che non stava fermo un attimo! Mi hanno dato un canovaccio che era nella sua cesta: “Mettiglielo nella cuccia, così riconoscerà l’odore della sua mamma e non si sentirà spaesato”, mi disse il veterinario.  Quindi mi hanno messo in braccio Artù. Nei giorni precedenti avevo mentalmente stilato delle regole per il nuovo arrivato. Una di queste era: niente leccate sul viso. Queste mie ferree convinzioni sono durate ben 10 minuti: tanto è lungo il viaggio in macchina da casa dei padroni di Peggy alla mia. Il piccolo Artù per tutto il tragitto non ha fatto altro che agitarsi, piangendo disperato, rifiutandosi ovviamente di starsene buono nella scatola che avevamo preparato per lui. Arrivati davanti al cancello dei nostri box ero disperata io: non sapevo più come fare per consolare quell’esserino che mugolava. Mi sentivo Crudelia De Mon: avevo strappato un povero cucciolo alla sua mamma e alle sue sorelline. In quel momento Artù ed io ci siamo guardati negli occhi, forse per la prima volta, e fulminea mi è arrivata un’umida e morbida leccata sul naso. Artù si è calmato e credo che la nostra inossidabile amicizia sia nata proprio in quell’istante.
Entrati in casa, ho messo Artù nella cuccia insieme al suo canovaccio. Il piccoletto, agitando la sua coda a fiammifero, è uscito e ha iniziato a esplorare l’anticamera. Dopo due ore ci ha raggiunto in cucina: da quel momento la casa era sua e noi la sua famiglia. Non ha più prestato il minimo interesse al canovaccio, preferendo un più morbido cuscino e ha iniziato ad attirare l’attenzione attaccandosi all’orlo dei nostri pantaloni.  Si è capito subito che aveva un bel caratterino, ma del resto è arrivato in casa nostra la notte di Halloween come un vivace spiritello!
Inutile aggiungere che poi i baci di Artù sul viso sono diventati una piacevole abitudine e anzi ora penso che non me ne dia mai abbastanza, perché come tutti i cani con una certa personalità non dispensa leccate a comando.
 

domenica 28 ottobre 2012

MILLY



MILLY
Nata il: 2 ottobre 2003
Razza: Pinscher medio
Vivo a: in inverno a Vittuone, d’estate a Castiglione della Pescaia in Maremma
Faccio parte della famiglia di: Elisa, Elena, mamma e papà
Il mio carattere in 3 aggettivi: intelligentissima, gelosissima e tanto dolce
Sono golosa di: biscottini Eukanuba, pollo con verdure e Kellog's Special K
Attività preferite: coccole e acrobazie con il mio straccetto
Sono una campionessa a: catturare le lucertole!

Un’avventura memorabile: sono molto furba e intelligente e, nonostante sia piccolina, sono un ottimo cane da guardia! Durante il periodo estivo la mia famiglia si trasferisce nella nostra casa al mare in Maremma, una casa bellissima dove posso passare tutto il giorno sulla spiaggia e incontrare molti amici che ho imparato a conoscere piano piano, vista la mia possessività. In questo luogo mi piace spaparanzarmi in giardino e giocare con la palla e lo straccetto, ma la cosa che preferisco è osservare come una sfinge le persone che passano.
I miei padroni conoscono bene questa mia voglia e stanno bene attenti a tenere il piccolo cancello chiuso in modo che io non scappi sul lungomare e possa abbaiare a chiunque si avvicini alla mia casa. Un giorno, approfittando del cancelletto socchiuso, ho pensato bene di uscire e farmi un bel giretto sulla spiaggia. Nessuno si era accorto della mia uscita e sapete cosa ho fatto? Ho scortato un bambino di 4 anni che aveva pensato bene di lasciare la spiaggia per andare sulla strada! Le persone del luogo si sono accorte che io ero la cagnolina che abbaia a tutti e sono corsi a chiamare i miei padroni (disperati perché non riuscivano a trovarmi) e i genitori del bimbo. Insomma da piccola peste sono diventata un’eroina e mi sono guadagnata un pacco di biscottini di cui vado pazza!
Il mio più grande disastro: adoro srotolare la carta igienica per tutta la casa! Lo faccio spesso!

Per farmi felice coccolatemi così: come volete, ma coccolatemi tantissimo!


martedì 23 ottobre 2012

ARTÙ & ELISA

Artù



Elisa
 

Ho due grandi passioni: gli animali e le storie. Grazie al mio cane Artù sono riuscita a farle convergere, dando vita a questo blog, uno spazio dove raccontare alcuni episodi della nostra vita insieme e dedicare delle finestre di approfondimento ad alcune star canine del cinema, della televisione e dei fumetti.
Mi piace scrivere, non solo di cani, e ho pubblicato un racconto:
http://www.amazon.it/Buon-viaggio-ebook/dp/B009OW6EGO

Buon viaggio
Elisa Giovanelli
Sogno Edizioni, 2012

 






Sono anche una grande appassionata di serie televisive e i miei articoli si possono leggere sul magazine online Ed è subito Serial:




http://www.edesubitoserial.it/archivio_articolo.php?autore=4


Quando non sono impegnata a coccolare Artù leggo libri, per lavoro, ma soprattutto per piacere e ogni tanto scrivo qualche recensione:

 



http://liberidiscrivereblog.wordpress.com/2012/10/22/recensione-di-toccalossi-e-il-boss-cardellino-di-roberto-centazzo-fratelli-frilli-editori-2012-a-cura-di-elisa-giovanelli/

http://liberidiscrivereblog.wordpress.com/2012/09/03/recensione-di-il-silenzio-dell-onda-di-gianrico-carofiglio-a-cura-di-elisa-giovanelli/

http://liberidiscrivereblog.wordpress.com/2012/07/11/recensione-di-acque-torbide-di-a-novelli-e-g-zarini-fratelli-frilli-editori-2012-a-cura-di-elisa-giovanelli/

http://liberidiscrivereblog.wordpress.com/2012/05/25/recensione-di-il-destino-e-un-tassista-abusivo-di-luca-manzi-rizzoli-2012-a-cura-di-elisa-giovanelli/

http://liberidiscrivereblog.wordpress.com/2012/04/19/recensione-di-il-pontile-sul-lago-di-marco-polillo-rizzoli-2011-a-cura-di-elisa-giovanelli/

http://liberidiscrivereblog.wordpress.com/2012/03/16/i-libri-di-andrea-novelli-giampaolo-zarini-a-cura-di-elisa-giovanelli/
 

 

domenica 21 ottobre 2012

PRONTI, SI PARTE!

 
Quando la nostra famiglia inizia i preparativi per un viaggio, si tratti delle vacanze estive o di un breve weekend, Artù si mette subito in agitazione. Ha capito fin da cucciolo che la comparsa degli oggetti chiamati valigie implica uno spostamento e, quando vede anche la sua borsa (il bagaglio di Artù: pappa, biscotti, qualche gioco, l’impermeabile in caso di pioggia, la sua spazzola e un po’ d’acqua nel caso abbia sete), non ha più alcun dubbio: Si parte! Si parte!
A un cane non interessa la destinazione del viaggio, basta che lo porti con te e sarà felice. Da quando è con noi, Artù non è mai stato lasciato né in pensione, né da amici o parenti. Eppure, appena vede le valigie non ci perde mai di vista, inizia a saltare tutto agitato e ci segue da una stanza all’altra. Deve essergli  stato trasmesso un messaggio da sua madre, tipo: Stai attento! Alcuni umani quando partono per le vacanze decidono di fare una cosa terribile che si chiama abbandono! Oppure Artù crede che la sua famiglia sia così distratta da dimenticarlo a casa. Poiché spesso ci guarda con fare interrogativo - come se stesse pensando: Mi vogliono bene, ce la mettono tutta, ma certe cose ovvie proprio non le capiscono! - io propendo per questa seconda ipotesi.
Artù è un entusiasta e vuole esternare tutta la sua gioia per l’imminente partenza! Non è facile controllare di aver preso tutto e di aver chiuso bene finestre, luce, gas ecc. con qualcuno che continua a saltarti addosso, rischiando di farti cadere! Non è un’operazione agevole nemmeno mettere pettorina e guinzaglio a chi vuole a tutti i costi leccarti il naso per dirti quanto ti vuole bene, soprattutto se pesa 15 kg! Appena è pronto, poi, si fionda alla porta: Aprite! Aprite! Dai muovetevi che dobbiamo raggiungere papà nel box! Nel film “Sabrina” c’è una scena in cui Audrey Hepburn aspetta in stazione con i bagagli in compagnia di un elegante e composto barboncino. Dimenticatela! Quando viaggio con Artù sono altri i film che mi vengono in mente, quelli in cui ci sono truppe che sbarcano o si lanciano dagli aerei. Sarà perché di solito sono carica di borse e borsette e ho al guinzaglio un piccolo diavolo della Tasmania che ha deciso di battere il suo record di velocità. Quando spingo la porta dell’ascensore col piede, mi auguro che là fuori non ci sia nessuno, perché Artù ha un solo obiettivo, raggiungere la nostra auto, e non tollera nessun ostacolo sul percorso. Molti condomini del mio palazzo hanno ricevuto il caloroso saluto di Artù (per fortuna non esistono i traduttori per l'abbaiare, non credo fossero parole gentili le sue) e ormai appena ci vedono ci fanno largo per non essere di intralcio. Arrivati alla scala che scende ai box, Artù si ferma di botto: deve controllare che la mamma ci segua! Sono sicura che sappia contare almeno fino a quattro, il numero che gli interessa: noi tre più lui! Superate le linee nemiche, cioè arrivati al garage, il diavolo della Tasmania torna a essere un cane ubbidiente e si siede composto, aspettando che l’auto esca. Una volta sistemate anche le ultime valigie tocca a lui: con un agile balzo si accomoda sul sedile posteriore. Tutti a bordo, si accende il motore e via!
Artù ama stare in automobile, è un ambiente piccolo, confortevole e soprattutto facile da controllare. A noi basta allungare un braccio per fargli le coccole e lui passa buona parte del viaggio con la testa in grembo a chi è seduto dietro. Ogni tanto si alza e avvicina il muso a chi sta davanti, ma senza disturbare. Dopo qualche chilometro si sente un profondo respiro: noi ci siamo tutti, nessuno esce o entra, Artù può finalmente dormire! Di solito il viaggio è tranquillo, almeno fin quando non si è quasi giunti a destinazione. A quel punto, infatti, Artù si sveglia e inizia a comunicare il suo entusiasmo con rumorosi guaiti: Siamo arrivati! Siamo arrivati! Poi comincia a prepararsi, pronto a gettarsi giù dalla macchina nel suo stile kamikaze non appena gli si apre la portiera!
 



giovedì 11 ottobre 2012

ACCOGLIENZA, ARTÙ!

 
I cani sono animali abitudinari. Le loro giornate sono scandite da appuntamenti fissi: nanna, pappa, passeggiate. Ogni cane poi sviluppa dei riti particolari in base a quello che piace a lui e a quello che gli viene insegnato. A casa nostra c’è il momento dell’accoglienza che per Artù è molto importante, dato che si tratta di coccole.
Quando era un cucciolo, Artù aveva molta paura del mondo esterno. Uscire con lui non era affatto una passeggiata. Mi capita spesso di vedere cuccioli sedersi perché stanchi di camminare, pallottole di pelo che si muovono lente e scodinzolano, leccando chiunque e qualsiasi cosa. Non è mai stato il nostro caso: Artù era una piccola furia che non la smetteva un momento di tirare! Il giretto era una folle corsa, con brevi pause per annusare o tentare di mangiare qualcosa da terra che io poi dovevo con fatica tirare fuori dalla sua bocca provvista di dentini aguzzi! Al rientro eravamo entrambi provati, come se fossimo reduci da una spedizione di guerra. Una volta fatta l’ultima lotta per togliere la pettorina, il collare è stato eliminato al primo passeggino per evitare che si strozzasse tirando, la missione era compiuta. L’unica cosa da fare era sedersi in anticamera per riprendere le forze. Ovviamente Artù ne approfittava per farsi accarezzare, seduto anche lui vicino alle mie ginocchia. Un giorno, rientrati dall’ennesima passeggiata, l’ho guardato e gli ho detto: “Vuoi le coccole? Accoglienza?”. Ogni volta che si tornava ripetevo quella parola, mentre lui si sedeva in anticamera pronto a ricevere le carezze da me o dal resto della famiglia. Questa usanza gli è piaciuta subito!
Le passeggiate dopo un po’ sono diventate più facili e piacevoli, ma il rito dell’accoglienza è rimasto ed è diventato un appuntamento fisso e immancabile. Quando rientra in casa Artù si siede in anticamera, pronto per il cerimoniale di benvenuto. Se qualche volta ci dimentichiamo viene a cercarci e ci si siede davanti, reclamando il suo bentornato a casa! Viceversa, se qualcosa lo distrae appena entra, basta dirgli “Accoglienza?” per vederlo tornare di corsa in anticamera e sedersi con lo sguardo all’insù, pronto a ricevere le coccole, preferibilmente grattini sotto il mento e sul pancino.



martedì 2 ottobre 2012

SATCHEL – GET FUZZY


Cane e gatto, i nemici per eccellenza. Vero sì, ma non del tutto, a volte la convivenza riesce ottimamente. Nel caso di Get Fuzzy, le strisce a fumetti scritte e disegnate da Darby Conley “ottimamente” non è proprio l’aggettivo più adatto. Protagonista delle storie è un trio multirazziale composto dall’umano Rob Wilco, un pubblicitario insoddisfatto del suo lavoro, fanatico di sport, vegetariano e piuttosto sedentario, dal diabolico felino Bucky Katt e dall’ingenuo cane Satchel Pooch. Il tratto che li accomuna è la pigrizia.

Satchel è un incrocio tra un Labrador Retriever e una Shar Pei. È buono, gentile e molto affezionato a Rob. Satchel vuol  bene a tutti, è il tipico cane che socializza con ogni essere vivente, trovando qualcosa di buono anche nel peggiore degli individui. Perfino in Bucky Catt, che incarna, all’estremo, tutte le caratteristiche peggiori dei gatti: è egoista, superbo, dispettoso e cospiratore. Satchel è un’anima semplice, amante della pacifica convivenza e dotato di un incrollabile ottimismo. È la perfetta vittima degli scherzi di Bucky che si diverte a tormentarlo, sottolineandone lo scarso acume. In effetti Satchel fa spesso la figura dello stupidotto, ma ciò lo tiene al riparo dalle  pungenti battute del terribile gatto, visto che non è in grado di capire il suo sarcasmo. Il candore di Satchel è disarmante, anche se talvolta persino un bonaccione come lui perde la pazienza di fronte ai pessimi comportamenti di Bucky. Satchel è un gran goloso, ama mangiare e oziare, preferibilmente in compagnia di Rob o di qualche altro amico. Osserva il mondo con i suoi occhioni tondi, pronto a meravigliarsi per ogni cosa bella e a non preoccuparsi per le molte cose che non capisce. Tanto ci pensa Bucky a fornire delle teorie complicate e cervellotiche per tutto, quando non è impegnato a ordire piani per affermare la supremazia della sua razza, anzi di se stesso, il più geniale dei geni! Molto spesso Rob e Satchel si siedono al tavolo o sul divano, guardando preoccupati l’armadio in cui Bucky vive e cercando di affrontare insieme la difficile convivenza con quel gatto che li giudica entrambi degli esseri inferiori e stupidi.

L’umorismo delle strisce di Get Fuzzy nasce proprio tra il confronto, il più delle volte surreale, tra il dolce e ingenuo Satchel e il terribile e cinico Bucky. Spesso Rob deve intervenire, prima che gli scherzi del gatto provochino gravi conseguenze. Satchel però è facile al perdono, la sua innata bontà fa sì che voglia essere neutrale anche per quanto riguarda il tifo sportivo, pur di non urtare la sensibilità di nessuno.
Le avventure di Satchel, Bucky e Rob sono pubblicate dalla United Media Syndicate dal 1999 e appaiono in centinaia di giornali nazionali. In Italia sono pubblicate quotidianamente da Metro e dalla storica rivista mensile di fumetti Linus.

domenica 30 settembre 2012

FIDÈLE E BOBÒ


FIDÈLE
Nata il: 6 maggio 2002
Razza: Labrador Retriever
Vivo a: Istanbul, sulle Isole dei Principi in inverno e a Bodrum in estate
Faccio parte della famiglia di: Deniz
Il mio carattere in 3 aggettivi: buona, giocherellona, amichevole
Sono golosa di: biscotti per cani. Basta dirmi la parola “Premio”!
Attività preferite: nuotare e giocare nel mare!
Sono una campionessa a: tiro alla fune

Un’avventura memorabile: due anni fa mentre aspettavo il mio primo cucciolo non sapevo bene cosa mi stesse succedendo e temevo di fare una cosa cattiva. All’una di notte tutti erano a letto, mentre Deniz studiava al computer. Io, senza fare nessun rumore, sono andata verso la piscina. Era fine ottobre e, anche se eravamo a Bobrum, nella casa di vacanza a Sud della Turchia, faceva già freddo. Lì a bordo piscina ho dato alla luce il mio primo cucciolo! Nessuno mi aveva detto che i nuovi nati strillano e così, quando il piccolo si è messo a strillare, io sono scappata in casa! Deniz allora è uscita e ha visto il mio primogenito che sbadatamente avevo dimenticato. Si è messa a gridare: “È nato! È nato!” Sono arrivati anche mamma e papà. Mamma ha preso il cucciolo coi guanti. Io avevo paura che fossero arrabbiati. Invece erano tutti contenti e hanno cominciato a dirmi: “Brava Fidèle, bravissima!” Mi hanno coccolato e poi mi hanno portato il piccolo, spiegandomi che avrei dovuto pulirlo leccandolo. Da quel giorno si è aggiunto un nuovo membro della famiglia che abbiamo chiamato Bobò. Dato che ho ricevuto così tanti complimenti per quello che avevo fatto, ho capito che doveva essere una cosa bellissima e così dopo sei mesi ho avuto altri cinque cuccioli!

Il mio più grande disastro: una volta, quando ero ancora una cucciolotta di soli tre mesi, in piena notte ho preso un salvadanaio di latta pieno di monete e ho cominciato a correre dappertutto, svegliando tutti! Quel gioco mi piaceva tantissimo e continuavo a stringerlo tra i denti senza volerlo dare a nessuno! Ho continuato a giocare col salvadanaio per un’ora, finché il papà non è riuscito a farmi smettere. Era un po’ arrabbiato, ma quel gioco era proprio divertente!

Per farmi felice coccolatemi così: coccolatemi come volete e datemi tanti baci. Non mi basta mai!


BOBÒ

Nato il: 26 ottobre 2010
Razza: Labrador Retriever
Vivo a: Bodrum
Faccio parte della famiglia di: Deniz
Il mio carattere in 3 aggettivi: affettuoso, intelligente e geloso (soprattutto di mia madre!)
Sono goloso di: mi piace tanto la mia pappa, il cibo umido
Attività preferita: giocare con mia mamma Fidèle!
Sono un campione a: giocare a palla

Un’avventura memorabile: sono ancora un cucciolotto, ne combino tante perché sono vivace, ma la mia più grande avventura devo ancora viverla!
Il mio più grande disastro: una volta, quando avevo cinque mesi, mentre Deniz mi metteva il guinzaglio sulla porta di casa, io sono scappato e ho attraversato la via per andare dove ci sono gli alberi. Di solito per quella stradina non passa nessuno perché è un vicolo cieco, ma quel giorno purtroppo è arrivata una macchina ad alta velocità e mi è venuta addosso. Deniz si è spaventata e si è arrabbiata moltissimo col ragazzo che guidava, ma quello era proprio un maleducato e non ci ha nemmeno chiesto scusa! Io ho passato un mese con la zampina ingessata e tutti erano tristi. Per fortuna però sono guarito benissimo e ora corro anche meglio degli altri cani!

Per farmi felice coccolatemi così: mi piacciono i grattini sotto il mento e le carezze sul pancino vicino alle zampe!

lunedì 24 settembre 2012

NON SI ESCE QUANDO PIOVE!




Artù non ama bagnarsi e detesta la pioggia. Inoltre è terrorizzato dai tuoni che ha imparato subito ad associare al brutto tempo. Se la giornata è grigia si guarda attorno sospettoso, pronto a rientrare in casa al primo rumore vagamente simile a un tuono. Se poi quando si sveglia al mattino già piove, rimane acciambellato sul letto con l’intenzione di non muoversi da lì per tutto il giorno. Tuttavia almeno tre brevi giretti vanno fatti. Così guardo in continuazione fuori, pronta a cogliere il primo momento di tregua, lo chiamo ripetutamente, vado in camera, lo convinco a scendere dal letto dopo un’abbondante dose di coccole, gli metto l’impermeabile, il guinzaglio e via (tutto ciò comporta diverso tempo, così nella maggior parte dei casi la momentanea schiarita è passata e si esce sotto il diluvio)! L’impermeabile: è l’unico accessorio da cani cittadini che Artù tollera, anzi apprezza (insieme al cappottino, aggiunto qualche anno fa). La cosa ha stupito molto anche tutta la mia famiglia. Abbiamo acquistato il primo più per noi che per lui: l’idea di dover asciugare il giovane Artù, pieno di energia e scarsamente dotato di pazienza, tutto zuppo dopo ogni passeggiata ci è subito sembrata un’impresa oltre la nostra portata. Così abbiamo preferito tentare di mettergli l’impermeabile. Preparati al peggio da terrificanti racconti di altri padroni di cani, siamo rimasti sorpresi che, dopo la ovvia diffidenza iniziale, se lo lasciasse mettere con relativa facilità e che l’operazione diventasse di volta in volta sempre più veloce e facile. Evidentemente detesta così tanto bagnarsi da accettare di buon grado quella cosa che lo ripara dalla pioggia. Quando usciamo, io con l’ombrello e lui con l’impermeabile, siamo guardati con invidia dai molti che, dopo inutili lotte, dovranno fare i conti con un cane completamente bagnato, tutto da asciugare.
Normalmente quando è in giro Artù si ferma ad annusare ad ogni angolo, facendo diverse piccole firmette. Quando piove, invece, concentra in una sola e lunga volta il suo desiderio di marcare il territorio subito fuori dal cancello e, appena svoltato l’angolo della nostra via, rigorosamente all’asciutto sotto i balconi, completa le sue necessità. Non c’è nessuna ragione per rimanere all’aperto più a lungo, così si gira e mette il turbo per tornare a casa.  Lui quasi corre, io affannata lo seguo a passo svelto all’altro capo del guinzaglio dicendo inutilmente “Vai adagio… piano!” e pensando ogni volta che, se Artù fosse solo un po’ più grande, sarei protagonista di scene comiche come quelle delle strisce di Sansone o dei film del cane Beethoven.
L’impermeabile gli ripara il corpo, non la testa, né le zampe. Così quando rientriamo in casa inizia il gioco! Per prima cosa devo togliergli l’impermeabile. Con gli anni si è calmato, ma inizialmente l’operazione implicava dei placcaggi in stile rugby con tanto di finte e corse per tutta la casa. Poi prendo la salvietta. Per i primi minuti sta fermo perché davvero non gli piace sentirsi bagnato, poi tenta di afferrare la salvietta. Si finisce per fare tiro alla fune (all’asciugamano in questo caso) con tanto di ringhi da lupo della steppa da parte sua. Se prendo due salviette, lasciandogliene una per giocare, è inutile perché vorrà sempre afferrare quella che sto usando per asciugarlo. Alla fine a me sembra di aver fatto un’intensa sessione di palestra, mentre Artù mi guarda agitando la coda e strusciando la testa sui miei pantaloni, non per fare le feste, ma perché è ancora umida e cerca di asciugarsela da solo. Mi siedo e lui subito fa altrettanto tra le mie ginocchia: siamo sopravvissuti alla pericolosa uscita sotto la pioggia, ci meritiamo le coccole!

domenica 23 settembre 2012

MINNIE



MINNIE

Nata il: 15 luglio 2010
Razza: mix
Vivo a: Milano, ma d’estate vado al mare sul Gargano
Faccio parte della famiglia di: Chiara, Filippo, Lillo e Pia
Il mio carattere in 3 aggettivi: allegra, coccolona e ficcanaso
Sono golosa di: chicchi d’uva
Attività preferite: giocare con la pallina e dormire in braccio!
Sono una campionessa a: fare salti acrobatici!

 
Un’avventura memorabile: sono vivace e le mie imprese sono parecchie! Una volta mi sono accorta che la porta di casa era solo accostata: avevo voglia di una passeggiata e così sono uscita, costringendo Chiara a inseguirmi su e giù per le scale! È stato un gioco molto divertente!


Il mio più grande disastro: eh quella volta lì l’ho combinata proprio grossa! Ero sola in casa e mi annoiavo. Così sono saltata sul divano e ho iniziato a mordicchiare i cuscini. Alla fine li ho distrutti tutti quanti con i miei dentini e non contenta ci ho anche fatto la pipì sopra! Per fortuna Chiara è molto molto paziente!


Per farmi felice coccolatemi così: tanti grattini sotto le orecchie!


 
 
 
 

domenica 16 settembre 2012

BUON COMPLEANNO ARTÙ!

 


Artù è nato il 16 settembre 2003. Quell’anno, dopo parecchio tempo senza animali domestici, ci eravamo finalmente decisi a prendere un cane. Dopo l’estate avremmo iniziato la ricerca. Tutti noi concordavamo su una taglia medio – piccola, visto che avrebbe passato la maggior parte del tempo in appartamento. Papà voleva un maschio, per non avere il dilemma operazione sì o no. Io non avevo particolari richieste: scartata subito l’opzione acquisto cane di razza in favore di un cucciolotto nato in canile o abbandonato, volevo solo che fosse beige o comunque dal pelo chiaro e, dato che per me era il primo cane, ne volevo uno di pochi mesi.
Quando abbiamo iniziato a cercare il nostro cucciolo, apparve subito chiaro che l’operazione non sarebbe stata semplice. Nei canili in zona c’erano solo cani adulti o di taglia grande. Nove anni fa internet non era ancora un mezzo così diffuso e soprattutto io ero molto meno esperta nelle ricerche online. Fatto sta che le settimane passavano e il cucciolo non si trovava. Quel 16 settembre trascorse senza che noi sapessimo che a pochi metri di distanza dalla nostra casa a Milano era nato un piccolo cagnolino che sarebbe diventato così importante per me e la mia famiglia. Sono convinta che nulla accade per caso: nemmeno la scelta dei nostri amici pelosi. Prima di Artù abbiamo avuto un gatto nero di nome Attila, dalla forte personalità. Ancora oggi per noi è un piacere ricordare le sue avventure e i suoi disastri, compensati però da un enorme affetto. Secondo me qualcuno lassù, quando si è sparsa la voce che la mia famiglia cercava un cane, ha fatto in modo che dovessimo accogliere il piccolo Artù, anche lui avremmo presto scoperto dotato di un bel caratterino. Non ho dubbi che se decidessimo di prendere un criceto anche lui avrebbe una forte personalità.
Stufi di cercare a vuoto, abbiamo deciso di andare a parlare col nostro amico veterinario che ha subito dato la soluzione al nostro problema. Da pochi giorni era nata la cucciolata di una sua paziente, Peggy, una Terrier che aveva vissuto un pomeriggio di passione con un Cocker nero. I cuccioli erano tre: due femmine e un maschio in cerca di casa, potevamo andare a trovarli anche subito.
 
 
La prima volta che ho visto Artù avrà avuto un paio di settimane, forse meno. Io avevo letto libri e riviste su come scegliere il cucciolo e svezzarlo, in teoria ero preparata. Osservate attentamente la madre, c’era scritto ovunque. Quando arrivai a casa di Peggy non sono riuscita a guardarla bene perché il suo padrone la teneva a debita distanza e visto il suo furioso abbaiare, accompagnato da ringhi poco amichevoli, non  avevo nessuna voglia di avvicinarmi. “Vuole solo proteggere i suoi cuccioli” mi sono detta. Poi in una cesta eccoli lì: 2 minuscole cagnoline nere vivacissime e 1 cucciolotto bello panciuto immobile. Scegliete il cucciolo che più interagisce con voi, dicevano i libri. Mi hanno dato il cucciolotto: era una palla morbida e calda. Sentivo solo il suo cuoricino battere nella mia mano. Sapevo che erano tutti sani, il veterinario l’aveva assicurato. Era tutto nero, aveva una mamma terribile, ma era mio, ormai era mio, avevo deciso. Artù poi è cresciuto, diventando un bel cane di taglia media di quindici chili, il doppio delle sue sorelle, con grande sorpresa del veterinario. Quel giorno comunque io avrei preso anche il cane più brutto della Terra e per me sarebbe stato meraviglioso. Sono tornata a casa sapendo che di lì a poco avrei avuto un cane, il mio primo cane. Non immaginavo però che questo avrebbe completamente cambiato la mia vita e quella della mia famiglia, che ogni giorno avrei imparato qualcosa, avrei vissuto parecchie avventure e avrei ricevuto quintali di affetto da qualcuno per cui tu sei la persona più speciale dell’universo.
Buon Compleanno Artù!!!
 

domenica 2 settembre 2012

CLEOPATRA



CLEOPATRA (CLEO per gli amici)

Nata il: 7 aprile 2007
Razza: Labrador Retriever
Vivo a: Milano
Faccio parte della famiglia di: Marta, Carla e Laura
Il mio carattere in 3 aggettivi: fifona, golosa e amorevole
Sono golosa di: tutto ciò che è commestibile (e non!)
Attività preferite: giocare a palla, correre con i miei amici e mangiare!
Sono una campionessa a: farmi voler bene

Un’avventura memorabile: una volta la mamma mi ha lasciata all’entrata del supermercato. Dovevo aspettare lì mentre lei faceva la spesa. Io però mi sentivo sola e poi quel posto mi sembrava molto bello, pieno di cose da mangiare! Così mi sono slegata e l’ho raggiunta alle casse!
 
Il mio più grande disastro: avete presente le poltrone? Ecco la mamma ne aveva una bella, in pelle. Adesso non c’è più perché l’ho mangiata io, pezzo a pezzo!

Per farmi felice coccolatemi così: grattini sul pancino


lunedì 27 agosto 2012

GLI AMICI DI ARTÙ

Artù non è un cane molto socievole, né con gli umani, né con i suoi simili a quattro zampe. Ha un carattere riservato e un po’ fifone e ciò fa sì che ami stare per conto suo, senza essere disturbato. Un’esperta di comportamento canino mi ha detto che Artù ha chiuso il branco: la famiglia oltre a lui comprende me, la mamma e il papà. Basta. Per noi farebbe qualunque cosa ed è sempre attento ai nostri movimenti. Il resto del mondo non gli interessa e se nessuno viene a importunarlo è meglio. Sono tollerate la nonna, la signora delle pulizie e poche persone scelte secondo i suoi criteri. La maggior parte degli altri cani, soprattutto se più grossi di lui, sono considerati dei potenziali nemici. Quindi quale migliore strategia se non quella di rizzare il pelo, mostrare i denti e ringhiare loro contro chissà quali offese appena sono in vista? Questo fa sì che quando lo porto a fare i passeggini mi guardi intorno circospetta, nemmeno fossi una spia che teme di essere seguita, pronta a individuare ogni cane all’orizzonte e sia diventata esperta di cambio rapido di marciapiede. Artù nel quartiere ha fama di cane timido, che però all’occorrenza può fare una certa impressione, così chi ci conosce sta alla larga e mi risparmia continui slalom.
Nonostante il suo carattere un po’ difficile, Artù ha la sua cerchia di amici pelosi, anch’essi rigorosamente selezionati. È necessario che siano calmi, non vogliano giocare in maniera troppo agitata e soprattutto non provino neanche lontanamente a mettergli le zampe addosso! Per questo è molto raro che Artù voglia avvicinarsi ai cuccioli, dai quali fugge terrorizzato, con scene a volte molto comiche. Preferisce che siano della sua taglia o più piccoli: se sono grossi, anche se molto mansueti, Artù li considera pericolosi e mostra loro il suo brutto carattere. Ogni anno il pacioso terranova che vive in campagna prova a fare amicizia con lui, fermandosi davanti al nostro cancello, mentre Artù abbaia e ringhia a più non posso. Il grosso cane nero mi guarda sconsolato, accontentandosi delle mie carezze e di un paio di biscotti. Nella scelta degli amici, così come nella lista nera dei detestati, Artù non fa discriminazioni sessuali o di razza: ha amiche e amici, come odia indistintamente sia cani maschi che femmine, sia che abbiano il pedigree, sia che siano incroci come lui.
Le sue amiche preferite sono Minnie e Stella. Minnie è una barboncina bianca che vive a Milano. È una cagnolina molto educata e chic: ha sempre un vezzoso collarino di perline colorate e due fiocchetti di vari colori sulle orecchie. Quando si incontrano per strada si danno dei teneri bacini e Minnie, tutta contenta, inizia a fare le piroette. Minnie ha due anni più di Artù e sembra apprezzare molto i modi da gentledog del mio cane che è un corteggiatore molto rispettoso.
Stella invece vive in campagna. È una yorkshire terrier, anche lei più grande di due anni. Stella è la nostra dirimpettaia. È un po’ più vivace di Minnie, ma sempre senza esagerare. Una volta l’abbiamo invitata nel nostro giardino e Stella ha iniziato a correre all’inseguimento di Artù che, dopo un po’, si è rifugiato da me, chiedendomi di calmare la sua amichetta! Alla mattina Stella va a fare un giretto in paese, allora Artù si mette ad aspettarla davanti al cancello, iniziando a uggiolare se l’attesa si fa lunga. Quando finalmente la vede, mugola e scodinzola dalla gioia. Stella allora si avvicina al nostro cancello e gli lecca il naso!
Sempre in campagna ci sono Perla, una barboncina nera, e il suo cucciolo, ormai cresciuto, Chicco. Tutte le sere vengono a fare un giro nella valle che confina col nostro giardino. Artù li sente e corre lungo la siepe fino al cancellino sul retro. Qui è tutto uno scambio di baci. Quando è nato Chicco, Artù lo ha accettato subito e anzi ora si divertono molto di più loro due, mentre Perla dopo un po’ se ne va, lasciando i maschi impegnati ad annusare chissà quali piste. Ogni tanto poi lo accompagno a trovare il jack russell che abita sulla strada per la montagna. I suoi padroni sono via tutto il giorno e lui resta solo nel vasto giardino. Quando ho portato Artù per la prima volta a fare quella passeggiata ero già preparata che anche questo piccolo cane si mettesse ad abbaiare come tutti gli altri di guardia alle loro case. Invece è stata subito amicizia reciproca, un’amicizia particolare. Appena ci sente arrivare il vivace jack russell sbuca fuori e comincia a correre lungo la cinta finché non arriviamo davanti al suo grande cancello. Prima lui e Artù si guardano, agitando le code e poi inizia il rito delle firmette. A turno iniziano a fare pipì. A quanto pare è un segno di amicizia, visto che lo fanno entrambi numerose volte, tutti allegri! All’inizio pensavo fosse un gesto di sfida, un po’ maleducato da parte di Artù, ma a quanto pare il jack russell non si sente per niente offeso, anzi replica prontamente. Questo rito delle pipì si ripete ogni volta che i due si vedono. Meglio non dirlo ai padroni del jack russell e del cancello!
Non è certo una mia scoperta che i sentimenti dei cani, e degli animali in generale, siano profondi e durevoli nel tempo. I cani non dimenticano e Artù ha una memoria di ferro. Una delle sue migliori amiche era Laika, un cane da caccia, che spesso seguiva il suo padrone quando veniva a sistemare il giardino dei nostri vicini. Nonostante fosse quasi il doppio di Artù, Laika gli è stata subito molto simpatica. Con il suo carattere dolce e mansueto, la cagnolona aveva un atteggiamento materno nei confronti del mio cane di città ancora cucciolo. Ogni volta che il muso di Laika sbucava dalla nostra siepe Artù si precipitava a ricevere la sua leccata sul naso. Poi rimaneva lì, seguendo i movimenti di Laika e uggiolando quando non riusciva più a vederla. L’anno scorso l’anziana Laika è andata nel paradiso dei cani. Quando il suo padrone è venuto a potare le piante dei vicini, Artù si è avvicinato alla siepe, uggiolando alla ricerca della sua amica. È rimasto lì un bel po’, prima di capire che Laika non sarebbe arrivata. Ancora adesso quando in lontananza vede un cane che le somiglia corre subito speranzoso, salvo poi allontanarsi mogio e dispiaciuto. Per fortuna è quasi ora della passeggiata di Chicco e Perla: Artù li ha già sentiti e corre tutto allegro al cancellino sul retro!

martedì 21 agosto 2012

W LA LUCE ELETTRICA!

I gatti sono animali notturni, capaci di dormire tutto il giorno per poi attivarsi al calare delle tenebre per battute di caccia o incontri amorosi. Scorgere un paio di occhi fosforescenti nel buio spiega come mai questi piccoli felini siano considerati magici o vicini a pratiche stregonesche.
I cani no, sono animali diurni, nonostante la maggior parte di loro passi quasi l’intera giornata a dormire. Artù non fa eccezione: non ama il buio, anzi è molto grato a Edison e alle sue lampadine. Nell’oscurità non si riesce a vedere quasi nulla e si può correre il rischio di farsi male, per non parlare dei pericoli e delle minacce celati dalle tenebre. Artù è un cane prudente, perciò dopo una certa ora riduce al minimo le attività. Non esce mai dopo cena. Quando siamo a Milano a volte rientriamo un po’ più tardi del solito e così l’ultimo passeggino può anche essere fatto dopo le venti. In questo caso, tranne in piena estate quando c’è ancora luce, Artù vuole fare il percorso più breve, andando solo nelle zone ben illuminate dai lampioni.
In campagna il giardino è cintato, pericoli non ce ne sono. È piacevole stare fuori la sera a sentire il canto dei grilli e degli uccelli notturni. La cosa più bella, però, è ammirare il cielo stellato, senza essere disturbati dalla luce artificiale. La buffa scena che si ripete ogni volta è questa: noi fuori che chiamiamo Artù, invitandolo a uscire, mentre lui ci guarda perplesso, fermo sulla soglia della porta di casa. Alla fine, per farci un piacere, esce, rimanendo però nel cono di luce del lampione dell’ingresso. Poi rientra in fretta, dandoci un’ultima occhiata tra il preoccupato e l’arrabbiato: Siete pazzi a uscire col buio: è pieno di pericoli!  Se succede qualcosa, io ve l’avevo detto…
Quando torniamo in casa lui è acciambellato sul letto, ma appena ci vede inizia ad agitarsi e a fare le feste, felice che i suoi sconsiderati famigliari siano rientrati sani e salvi!
L’oscurità crea problemi. Artù dorme sui letti: quando tutti vanno a riposare si spengono le luci e la casa è completamente al buio. Certe sere, però, sono un po’ agitate: magari ha caldo e decide di trasferirsi sul tappeto, oppure vuole scendere per andare a bere. Saltare nel buio, però, può essere pericoloso. Si può sbagliare a calcolare la distanza e sbattere contro qualcosa. Certo che se si accendesse la lampada sul comodino non ci sarebbero problemi. Ecco allora che nel silenzio della notte comincia a sentirsi un lieve mugolio che pian piano si fa sempre più forte e sembra dire in maniera inequivocabile: Qualcuno mi accende la luce? Devo scendere dal letto!
Alla fine ci si sveglia, si schiaccia l’interruttore e si vede Artù seduto sul bordo del letto, pronto a balzare nell’istante in cui la stanza viene illuminata. Ovviamente poi bisogna aspettare che lui faccia quello per cui si è svegliato, altrimenti dopo poco si risentirebbe il mugolio: Qualcuno mi riaccende la luce? Devo risalire sul letto!
Se facessimo installare degli interruttori sul pavimento, con lo spegnimento a tempo, siamo certi che Artù imparerebbe ad accendersi la luce da solo!