I cani sono animali abitudinari. Le loro giornate sono
scandite da appuntamenti fissi: nanna, pappa, passeggiate. Ogni cane poi
sviluppa dei riti particolari in base a quello che piace a lui e a quello che
gli viene insegnato. A casa nostra c’è il momento dell’accoglienza che per Artù
è molto importante, dato che si tratta di coccole.
Quando era un cucciolo, Artù
aveva molta paura del mondo esterno. Uscire con lui non era affatto una
passeggiata. Mi capita spesso di vedere cuccioli sedersi perché stanchi di
camminare, pallottole di pelo che si muovono lente e scodinzolano, leccando
chiunque e qualsiasi cosa. Non è mai stato il nostro caso: Artù era una piccola
furia che non la smetteva un momento di tirare! Il giretto era una folle corsa,
con brevi pause per annusare o tentare di mangiare qualcosa da terra che io poi
dovevo con fatica tirare fuori dalla sua bocca provvista di dentini aguzzi! Al
rientro eravamo entrambi provati, come se fossimo reduci da una spedizione di
guerra. Una volta fatta l’ultima lotta per togliere la pettorina, il collare è
stato eliminato al primo passeggino per evitare che si strozzasse tirando, la
missione era compiuta. L’unica cosa da fare era sedersi in anticamera per
riprendere le forze. Ovviamente Artù ne approfittava per farsi accarezzare,
seduto anche lui vicino alle mie ginocchia. Un giorno, rientrati dall’ennesima
passeggiata, l’ho guardato e gli ho detto: “Vuoi le coccole? Accoglienza?”.
Ogni volta che si tornava ripetevo quella parola, mentre lui si sedeva in
anticamera pronto a ricevere le carezze da me o dal resto della famiglia.
Questa usanza gli è piaciuta subito!
Le passeggiate dopo un po’ sono diventate
più facili e piacevoli, ma il rito dell’accoglienza è rimasto ed è diventato un
appuntamento fisso e immancabile. Quando rientra in casa Artù si siede in
anticamera, pronto per il cerimoniale di benvenuto. Se qualche volta ci
dimentichiamo viene a cercarci e ci si siede davanti, reclamando il suo
bentornato a casa! Viceversa, se qualcosa lo distrae appena entra, basta dirgli
“Accoglienza?” per vederlo tornare di corsa in anticamera e sedersi con lo
sguardo all’insù, pronto a ricevere le coccole, preferibilmente grattini sotto
il mento e sul pancino.
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