I gatti sono animali notturni, capaci di dormire tutto
il giorno per poi attivarsi al calare delle tenebre per battute di caccia o
incontri amorosi. Scorgere un paio di occhi fosforescenti nel buio spiega come mai questi piccoli felini siano
considerati magici o vicini a pratiche stregonesche.
I cani no, sono animali diurni, nonostante la maggior
parte di loro passi quasi l’intera giornata a dormire. Artù non fa eccezione:
non ama il buio, anzi è molto grato a Edison e
alle sue lampadine. Nell’oscurità non si riesce a vedere quasi nulla e si può
correre il rischio di farsi male, per non parlare dei pericoli e delle minacce
celati dalle tenebre. Artù è un cane prudente, perciò dopo una certa ora riduce
al minimo le attività. Non esce mai dopo cena. Quando siamo a Milano a volte
rientriamo un po’ più tardi del solito e così l’ultimo passeggino può anche
essere fatto dopo le venti. In questo caso, tranne in piena estate quando c’è
ancora luce, Artù vuole fare il percorso più breve, andando solo nelle zone ben
illuminate dai lampioni.
In campagna il giardino è cintato, pericoli non ce ne
sono. È piacevole stare fuori la sera a sentire il canto dei grilli e degli
uccelli notturni. La cosa più bella, però, è ammirare il cielo stellato, senza
essere disturbati dalla luce artificiale. La buffa scena che si ripete ogni
volta è questa: noi fuori che chiamiamo Artù, invitandolo a uscire, mentre lui
ci guarda perplesso, fermo sulla soglia della porta di casa. Alla fine, per
farci un piacere, esce, rimanendo però nel cono di luce del lampione dell’ingresso.
Poi rientra in fretta, dandoci un’ultima occhiata tra il preoccupato e l’arrabbiato:
Siete pazzi a uscire col buio: è pieno di
pericoli! Se succede qualcosa, io ve l’avevo
detto…
Quando torniamo in casa lui è acciambellato sul letto,
ma appena ci vede inizia ad agitarsi e a fare le feste, felice che i suoi
sconsiderati famigliari siano rientrati sani e salvi!
L’oscurità crea problemi. Artù dorme sui letti: quando
tutti vanno a riposare si spengono le luci e la casa è completamente al buio.
Certe sere, però, sono un po’ agitate: magari ha caldo e decide di trasferirsi
sul tappeto, oppure vuole scendere per andare a bere. Saltare nel buio, però,
può essere pericoloso. Si può sbagliare a calcolare la distanza e sbattere
contro qualcosa. Certo che se si accendesse la lampada sul comodino non ci
sarebbero problemi. Ecco allora che nel silenzio della notte comincia a sentirsi
un lieve mugolio che pian piano si fa sempre più forte e sembra dire in maniera
inequivocabile: Qualcuno mi accende la
luce? Devo scendere dal letto!
Alla fine ci si sveglia, si schiaccia l’interruttore e
si vede Artù seduto sul bordo del letto, pronto a balzare nell’istante in cui
la stanza viene illuminata. Ovviamente poi bisogna aspettare che lui faccia
quello per cui si è svegliato, altrimenti dopo poco si risentirebbe il mugolio:
Qualcuno mi riaccende la luce? Devo
risalire sul letto!
Se facessimo installare degli interruttori sul pavimento,
con lo spegnimento a tempo, siamo certi che Artù imparerebbe ad accendersi la
luce da solo!
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