sabato 4 agosto 2012

UN CANE DI CITTÀ


Artù ama la casa in campagna: è grande ed è circondata da un vasto giardino. Qui può uscire quando vuole e non c’è alcun pericolo di fare brutti incontri. Quando arriviamo per la prima volta dopo l’inverno, Artù scende dall’auto e inizia a correre a tutta velocità intorno alla casa: tre giri a perdifiato, con noi sempre ad aver paura che vada a sbattere da qualche parte, tanto va veloce. Quando era ancora un cucciolo pensavamo che avrebbe voluto sempre stare in giardino e avremmo fatto fatica a richiamarlo in casa. Non avevamo tenuto conto, però, che Artù è un cane di città, amante dei riti e delle abitudini e sommamente refrattario a ogni cambiamento, anche piacevole. Artù ama stare in giardino, che ha capito subito essere di sua proprietà, rotolarsi nell’erba, fiutare dappertutto e abbaiare a chiunque si avvicini al cancello. Tuttavia anche in campagna non c’è posto migliore per dormire che il letto. Così capita che, mentre noi siamo tutti seduti fuori sotto le betulle al fresco, lui sia in casa, spaparanzato sul letto, incurante dei nostri inviti a uscire. Quando siamo a Milano è abituato a fare tre passeggini al giorno. Qui la porta che dà sul giardino è sempre aperta, ma Artù mantiene pressoché invariati i suoi orari. Certo se sente qualche rumore sospetto o l’abbaiare dei cani vicini schizza subito fuori, così come per i suoi bisognini, ma, se per caso mi viene voglia di fare un giro in giardino e lo chiamo per accompagnarmi, allora la faccenda è più complicata.
Se gli va scende subito dal letto, altrimenti mi guarda con un’espressione interrogativa: Devo proprio venire con te? Sto così bene qui, sul morbido… pensa mentre si mette a pancia per aria, tanto per farmi capire ancora più chiaramente che non ha nessuna voglia di scendere. A volte però io insisto, anche per fargli fare un po’ di moto. Allora per farmi contenta balza svogliatamente giù dal letto, esce davanti a casa, si guarda un po’ intorno e poi rientra trotterellando a gran velocità.
Ecco ti ho accontentata: sono uscito! Ora posso tornare sul mio amato letto!
Non vale nemmeno la pena di prendere una palla da tennis: ci ha giocato solo durante i suoi primi anni di vita e riportandola al massimo due o tre volte. Come tutti i cani intelligenti si annoia presto. Per fortuna ci pensano gli ignari turisti che passano troppo vicini alla nostra recinzione o i gatti dei dintorni che vengono a farci visita a preoccuparsi della sua linea.
Ecco Artù ha sentito un rumore, si alza di scatto e si fionda al cancello abbaiando a più non posso: è un cane di taglia media, ma quando ci si mette sembra il mastino dei Baskerville. Sarà meglio che lo richiami, in questi casi non c’è verso, devo andare a recuperarlo e trascinarlo dentro, magari dopo essermi scusata con gli sprovveduti villeggianti per lo spavento preso.


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