giovedì 12 luglio 2012

IL LETTO CONTESO

Artù come sapete adora i letti. Del resto non c’è posto migliore per dormire o fare pennichelle: è morbido e ci si può spaparanzare a proprio piacimento. Quando siamo al mare poi è perfetto: la camera dà direttamente in cucina, così mentre Artù si rilassa può osservare cosa accade al centro della casa, dove avvengono tutte le principali attività. C’è però un problema: nella stanza al mare il letto è un po’ più stretto e soprattutto il papà Ade fa il sonnellino pomeridiano. C’è un conflitto, un dramma in atto: tutti e due sul letto non riescono a stare e così inizia la gara a chi prima conquista il sospirato posto per il relax. Artù arriva sempre primo: il suo pranzo è più rapido e, mentre il resto della famiglia sorseggia il caffè, lui con un agile balzo prende possesso del letto. Dopo un po’, però, deve lasciare il campo al maschio a due zampe: la gerarchia delle specie è inesorabile, soprattutto quando si tratta di letti. Ecco allora che per le quasi due ore successive si vede vagare per la casa un’anima in pena che non riesce a riposare. Il divano non va bene, il tappetino è una misera consolazione, stare sul pavimento poi non ne parliamo. Gli occhi, l’espressione del muso non necessitano spiegazioni. Artù si siede, fissa Ade che dorme e sembra dire: “Non posso andare a letto. Non ci sto: se mi metto ai piedi non sono comodo! Come faccio? Voglio fare la nanna al mio posto.” A nulla servono coccole e parole dolci: c’è un povero cagnolino defraudato di quella che lui considera la sua cuccia. Finalmente arrivano le 16: Ade si alza e dopo pochi secondi Artù è già al suo posto, acciambellato o disteso, a seconda del caldo, e con la testa sul cuscino. Si sente un gran sospiro di soddisfazione: finalmente Artù può dormire in santa pace.

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