Artù come sapete adora i letti. Del resto non c’è
posto migliore per dormire o fare pennichelle: è morbido e ci si può
spaparanzare a proprio piacimento. Quando siamo al mare poi è perfetto: la
camera dà direttamente in cucina, così mentre Artù si rilassa può osservare
cosa accade al centro della casa, dove avvengono tutte le principali attività.
C’è però un problema: nella stanza al mare il letto è un po’ più stretto e
soprattutto il papà Ade fa il sonnellino pomeridiano. C’è un conflitto, un
dramma in atto: tutti e due sul letto non riescono a stare e così inizia la
gara a chi prima conquista il sospirato posto per il relax. Artù arriva sempre
primo: il suo pranzo è più rapido e, mentre il resto della famiglia sorseggia
il caffè, lui con un agile balzo prende possesso del letto. Dopo un po’, però,
deve lasciare il campo al maschio a due zampe: la gerarchia delle specie è
inesorabile, soprattutto quando si tratta di letti. Ecco allora che per le
quasi due ore successive si vede vagare per la casa un’anima in pena che non
riesce a riposare. Il divano non va bene, il tappetino è una misera
consolazione, stare sul pavimento poi non ne parliamo. Gli occhi, l’espressione
del muso non necessitano spiegazioni. Artù si siede, fissa Ade che dorme e
sembra dire: “Non posso andare a letto.
Non ci sto: se mi metto ai piedi non sono comodo! Come faccio? Voglio fare la
nanna al mio posto.” A nulla servono coccole e parole dolci: c’è un povero
cagnolino defraudato di quella che lui considera la sua cuccia. Finalmente
arrivano le 16: Ade si alza e dopo pochi secondi Artù è già al suo posto,
acciambellato o disteso, a seconda del caldo, e con la testa sul cuscino. Si
sente un gran sospiro di soddisfazione: finalmente Artù può dormire in santa
pace.
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