Artù dorme sui letti. Sì, lo so non glielo si dovrebbe
permettere: gli esperti del comportamento canino ti guardano in modo
riprovevole e quelli che non hanno un animale domestico inorridiscono solo
all’idea. Il fatto è che i cani adorano i letti e, appena raggiungono l’età
giusta per riuscire a saltare, la prima cosa che fanno è salirci. Noi per
qualche tempo siamo anche riusciti a evitare che Artù ci saltasse sopra: per i
primi mesi infatti, causa problema dei bisognini, non aveva accesso a tutte le
stanze della casa. Con l’arrivo della bella stagione, però, siamo andati per la
prima volta in campagna con lui e lì è successo il fattaccio. Alla sera è
salito, si è acciambellato ai piedi del letto e ci ha guardato con
un’espressione inequivocabile: Stanotte
io dormo qui! Papà ha anche fatto il tentativo di imporre la sua autorità,
ma al primo ringhio – sì, Artù ha un caratterino bello tosto quando vuole - ha
ceduto, dicendo che in fondo lì non dava molto fastidio. Da quel momento i
letti sono diventati suoi. Ci trascorre sopra la maggior parte della giornata. Artù
è un cane molto intelligente e, osservando la sua famiglia a due zampe, ha
capito che le zone del letto non sono tutte uguali. Il cuscino è un posto particolare,
riservato alla testa. Così facciamo noi, così fa lui. Altrove si muove in
assoluta libertà: accoccolato, spaparanzato, al centro, sui lati, negli angoli,
sul cuscino però appoggia sempre e solo la testa. È bellissimo quando si mette
a dormire sul fianco, in quei momenti sembra proprio una persona!
La regola del cuscino l’ha imparata da solo, invece noi
siamo riusciti a insegnargliene un’altra: non si sale sul letto se non c’è il copriletto.
Artù non ama le regole, ma quelle che accetta di imparare diventano sacre e
inviolabili. Ovviamente poi le interpreta un po’ a modo suo, rivelando doti da
avvocato spregiudicato. Se c’è anche un centimetro di copriletto lui si sente
autorizzato a salire. Un momento delicato è il mattino, quando si rifanno i
letti. Artù infatti vuole che tutti i posti dove dorme siano sempre agibili,
per potersi spostare a suo piacimento. In casa ci sono due letti: quello in
camera mia e il lettone dei miei genitori. Con precisione matematica, appena
mamma si accinge a rifarne uno Artù arriva a seguire le operazioni, anche se
stava dormendo sull’altro. I minuti in cui uno dei letti è impraticabile per
lui sono una vera sofferenza. Si siede attaccato alla sponda inquieto, pronto a
balzare. Nel momento esatto in cui mamma stende il copriletto lui salta, anche
se le operazioni di rifacimento non sono ancora completate. È allora che inizia
il gioco: Artù comincia a seguire le mani della mamma, tentando di afferrarle.
Quando gioca si impegna parecchio e si dà la carica con profondi ringhi (da
fuori sembra che un feroce lupo stia per aggredire qualcuno, in realtà è tutta
scena). Mamma un po’ gli dà retta, un po’ tenta di finire di fare il letto. Tra
un balzo e l’altro il lavoro è terminato. Artù mordicchia ancora per un po’ la
manica di mamma, poi esausto si addormenta: ha riconquistato il suo prezioso
giaciglio!
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