martedì 5 marzo 2013

SOGNI


Artù è un gran dormiglione. La maggior parte del pomeriggio la passa sul letto, mentre io lavoro al computer. Spesso, durante i suoi frequenti pisolini, Artù sogna. Gli occhi sono chiusi, ma il suo corpo non è più mollemente rilassato. Le zampe si muovono un po’ a scatti, come se stesse correndo. A volte si mette anche ad agitare la coda. Dopo un po’ si sentono dei mugolii, come se abbaiasse senza aprire la bocca. Più di una volta è capitato di sentire distintamente un ringhio: Artù è un brontolone anche nei sogni! Chissà con chi si sarà messo a litigare!
 
Tutte le volte che mi accorgo che lui sta sognando mi avvicino piano piano e resto lì a osservarlo. Mi chiedo quali avventure stia vivendo e come siano i suoi sogni. Sta pensando alla bella barboncina bianca che abbiamo incontrato ai giardinetti? Sta correndo libero nel grande prato in campagna? Sogna una pizza gigante con doppia mozzarella tutta per lui? In questi casi vorrei proprio che sapesse parlare.
 
Dopo un po’ le zampette non si agitano più e Artù fa un profondo respiro. Apre gli occhi piano piano e vede che sono proprio lì accanto a lui. Sbadiglia di gusto e, con l’aria ancora mezza addormentata si mette a pancia per aria: Mi fai le coccole?
Non so che cosa stesse sognando, ma vedendo la sua aria beata doveva essere qualcosa di davvero bello! In fondo non importa sapere che cosa sogni: ho un cane felice, questo conta!

venerdì 1 febbraio 2013

ALLARME: LA SIGNORA DELLE PULIZIE!

 
 
Artù trascorre la maggior parte della sua vita dormendo. A volte è così pigro che, quando qualcuno di noi torna a casa, nemmeno scende dal letto: aspetta che siamo noi ad andare da lui per fargli le coccole (ma agita festante la coda). Quando però arriva la signora delle pulizie, Artù trova improvvisamente tutte le sue energie. In generale Artù non ama gli estranei, figuriamoci avere gente per casa! Con molta pazienza siamo riusciti a fargli accettare la signora delle pulizie, in modo che non la consideri una minaccia e così ora, dopo solo qualche… ehm anno, non dobbiamo più chiuderlo in una stanza. Non ha comunque perso la sua aria sospettosa, così appena sente suonare il campanello, si alza sveglio e arzillo, senza la minima voglia di dormire. Si mette a gironzolare per tutta la casa, piazzandosi nelle vicinanze della signora, sostando in posti dove di solito non va e osservando la situazione.
Ti tengo d’occhio! Sembri una persona a posto: non gridi, non ti muovi troppo velocemente e non mi vuoi per forza accarezzare. La mia famiglia si fida di te, ma io vigilo perché non si sa mai!
 
Sembra proprio farlo apposta: c’è da pulire il tappeto e lui si siede sul tappeto, oppure si mette in mezzo al corridoio in modo da dare il più fastidio possibile. Se vede qualcosa che non gli piace comincia a emettere un sordo brontolio. È un suono che noi ben conosciamo, per fortuna non udibile da chi non abbia un orecchio allenato, così gli diciamo di smetterla. Allora Artù ci guarda risentito: Uffa! Non sto facendo niente! Ma non vedete che sta toccando tutte le nostre cose? Arrangiatevi: ma la mia cesta dei giochi non la pulisce!
 


domenica 6 gennaio 2013

IL PRANZO DELLE FESTE

Il periodo di Natale prevede una serie di pranzi e cenoni tra parenti e amici. Artù ama i cibi delle feste, ma non gradisce il trambusto e la confusione. Come tutti i cani è legato alla sua famiglia, ma non c’è luogo in cui si senta tranquillo e rilassato come a casa sua. In questo assomiglia ai gatti. Ambienti nuovi, chiasso e gente estranea lo mettono a disagio, così preferiamo lasciarlo tranquillo a ronfare sul suo letto, anche perché fin da quando era cucciolo non è mai stato un problema lasciarlo qualche ora da solo. A Natale è tradizione andare a casa della nonna e, dato che quest’anno saremmo stati solo noi, abbiamo deciso di portare anche Artù. Appena si è reso conto che ci avrebbe accompagnato, ha iniziato a manifestare la sua gioia con grandi balzi: in tre ci abbiamo impiegato il doppio del tempo a mettergli pettorina e guinzaglio. Per tutto il breve tragitto che separa la nostra abitazione da quella della nonna non ha fatto altro che agitarsi, saltando, tirando e controllando che a nessuno di noi venisse in mente di andare da un’altra parte. La nonna fa parte della stretta cerchia di persone da lui accettate e Artù è stato più volte a casa sua. Appena entrato, ha iniziato a gironzolare per le stanze. Per metterlo a suo agio abbiamo pensato di preparargli un comodo posto per riposare, mettendo la sua coperta sul divano del soggiorno. Artù però è abituato ad avere il pieno controllo dei giacigli comodi, così ha subito individuato il divano letto nel salottino. Dopo qualche minuto, non vedendolo più in giro, sono andata a cercarlo.  Era seduto tutto rannicchiato tra i pacchi e i sacchetti che erano appoggiati sul divano in salottino e mi guardava, esprimendo il suo disappunto: Non vedi che non ho spazio per dormire? Togli tutte queste borse che mi danno fastidio! Non ho potuto far altro che spostare qualche pacchetto: cercare di fargli capire che forse la nonna non avrebbe gradito sarebbe stato del tutto inutile.
L’arrivo dell’arrosto lo ha convinto a venire a mangiare e, una volta scoperte le leccornie sulla tavola, abbiamo dovuto faticare a contenere il suo entusiasmo. Al momento del dolce è suonato il telefono: la suoneria della nonna è molto vivace perché lei possa sentirla. La reazione di Artù è stata esplosiva: già di norma odia citofoni e telefoni, figuriamoci con la musica di un’allegra marcetta. Quest’anno si può dire che nostra cugina abbia ricevuto gli auguri più calorosi da Artù, di sicuro la voce più potente che le sarà uscita dal telefono. Finalmente al momento del caffè Artù si è messo a riposare, continuando però a tenere la situazione sotto controllo, in particolare osservando i movimenti della nonna. Artù le è affezionato, le mette il muso in grembo e accetta volentieri di assaggiare quello che sta mangiando lei. Tuttavia non fa parte del suo branco ristretto, così Artù è sempre sulla difensiva e ogni tanto si sente un basso brontolio: Nonna cosa fai? Stai seduta che è meglio, così ti riposi!
La buona educazione vuole che gli ospiti non si trattengano troppo, così, una volta certo che non ci fosse più niente di buono da mangiare, Artù si è piazzato davanti alla porta di ingresso, iniziando a mugolare: Andiamo a casa? Andiamo a casa?  Dopo un’altra vivace serie di balzi di gioia si è fatto mettere la pettorina e di buon  passo ci siamo incamminati sulla strada del ritorno. Finalmente a casa sua, Artù si è subito accoccolato sul letto e dopo qualche minuto si è sentito un profondo respiro: chi ha avuto un’intensa giornata merita il giusto riposo!