venerdì 23 novembre 2012

LEONE IL CANE FIFONE

 
Leone è un bizzarro cane rosa di razza indefinita, protagonista della serie animata Leone il cane fifone (Courage the Cowardly Dog), creata da John R. Dilworth. È un cagnolino molto dolce e amorevole che vive in una fattoria nei pressi della città di Altrove (Nowhere) in Kansas con una coppia di anziani agricoltori, la gentile Marilù (Muriel) e il burbero Giustino (Eustace). Leone ama la vita tranquilla, ha un carattere timoroso e vorrebbe passare le sue giornate a dormire sul tappeto o in braccio a Marilù. Peccato che ad Altrove ci sia la più alta concentrazione di disastri ed eventi paranormali del pianeta. Uragani, onde anomale, invasioni aliene possono arrivare da un momento all’altro, quando non si tratta di mummie di faraoni molto arrabbiate, melanzane viventi o talpe mannare. I demoni più malvagi e le creature più terrificanti tendono a radunarsi a casa del povero Leone, che si trova protagonista di assurde avventure. Perfino un materasso o una trapunta possono nascondere le più terribili insidie.
 
 Il cagnolino ha un sesto senso per i pericoli e, ogni volta, tenta in tutti i modi di avvertire i suoi sconsiderati padroni. Nonostante sia molto bravo a imitare i mostri, i suoi sforzi sono sempre vani: l’ingenua Marilù infatti vede del buono in chiunque, mentre lo scorbutico Giustino, sempre impegnato a leggere il giornale o a tentare di riparare qualcosa, lo scaccia in malo modo urlandogli dietro “Stupido cane!”. Così, nonostante abbia un carattere timoroso e si spaventi facilmente, Leone trova il coraggio di affrontare da solo la minaccia di turno, disposto a tutto pur di salvare la sua amata Marilù. Per prima cosa si reca in soffitta dove interroga il computer per avere più informazioni sul pericolo e sui possibili rimedi. Il computer è un valido alleato, ma spesso si diverte a fare scherzi o a dare risposte sarcastiche, approfittando del buon carattere di Leone. In ogni episodio al povero Leone ne capitano di tutti i colori, ma lui, nonostante le sue esilaranti smorfie di terrore, non si arrende, rivelando intraprendenza e tenacia. Leone ha un grande cuore e questo lo porta a trionfare anche sul più terribile dei mostri. Alla fine il buffo cagnolino riesce sempre a salvare Marilù che di premio lo avvolge in una calda coperta o gli prepara uno dei suoi manicaretti.
Le avventure di Leone sono state trasmesse per la prima volta nel 1999 da Cartoon Network. La serie è composta da quattro stagioni, per un totale di 104 episodi, in cui il timido e impacciato Leone si trova ad affrontare mostri di ogni genere. Situazioni surreali, gag esilaranti, un brillante mix di horror e commedia rendono questo cartone animato adatto ai bambini che amano le storie di paura e agli adulti che vogliono godersi dieci minuti di spassosa allegria.
 



giovedì 15 novembre 2012

ARTÙ E IL FOLIAGE



La stagione autunnale porta giornate più buie e più fredde, ma regala delle meravigliose sinfonie di colori, dipingendo gli alberi con tinte calde che vanno dal giallo al rosso acceso. Le foglie ingialliscono, seccano e cadono. Oggi va di moda definire il fenomeno “foliage”. Non so se Artù nella sua testa pensi: Che meraviglia! Ecco il foliage!, ma di certo adora le foglie secche e mai come in autunno apprezza passeggiare in vie alberate. Proprio vicino a casa c’è n’è una con due file di platani. Una volta lì, Artù rallenta il suo ritmo di marcia e inizia la sua esplorazione. Procede in maniera meticolosa, avvicinandosi a ogni mucchio di foglie. Il suo naso si muove frenetico, come se stesse fiutando chissà quale pista. Ci cammina in mezzo, poi intorno, finché sceglie il punto giusto per lasciare il suo autografo: quel mucchio è suo! Finita l’operazione, Artù osserva i dintorni, individua il successivo e mi guarda: Hai visto? C’è n’è un altro! Andiamo! A passo svelto raggiunge il nuovo obiettivo. A volte procediamo in maniera rigorosa albero dopo albero prima da un lato e poi dall’altro, ma, se ci sono mucchi particolarmente grossi, Artù non resiste e andiamo a zig zag. Quando si tratta di foglie, guida lui.  Ogni tanto capita che una foglia gli cada proprio davanti al naso. La sua prima reazione è come sempre guardinga: Cosa succede? Siam proprio sicuri che sia una foglia? Si avvicina piano, muovendo la coda, pronto a balzare indietro nel caso si nasconda qualche minaccia. Quando era cucciolo si metteva a saltellare emettendo dei piccoli ringhi in direzione del vegetale rinsecchito, oggi che è un cane maturo si limita a fiutare in maniera circospetta. Poi mi guarda e gli si legge l’entusiasmo negli occhi: È proprio una foglia! Grossa, scrocchiante e soprattutto nuova: non l’ha annusata nessun altro cane! È mia, tutta mia! Una bella firma e andiamo avanti.
Dopo aver esaminato anche l’ultimo mucchio di foglie, attraversiamo la strada e ci incamminiamo verso casa. Artù riprende la sua andatura sostenuta, ma ogni tanto si volta  a guardarmi: è tutto contento, proprio come un bambino che è stato al parco giochi. Domani torneremo sul viale alberato e lui si divertirà tra i mucchi di foglie con lo stesso entusiasmo. Prima di Artù non avevo mai trovato così piacevole attraversare quella via. Dai cani si può imparare davvero molto: godere delle piccole cose e rendersi conto che le foglie secche per terra è meglio non raccoglierle!